Scopo dello stage di sperimentare nuove tecniche di esplorazione speleosubacquee, sistemi di rilevamento e tecniche di soccorso.
È necessario per il nostro team aggiornare la pratica e consolidare le metodologie che di seguito verranno impiagate in attività ad alto rischio svolte in aree remote della terra.
Il Golfo di Orosei, situato nella Sardegna centro-orientale, ricade prevalentemente entro i confini dei comuni di Dorgali e Baunei; la costa è particolarmente ricca di cavità carsiche, oltre un centinaio, famose in tutta Europa per la straordinaria bellezza e per la limpidezza dell’acqua, con svariati chilometri di gallerie inondate. Teatro perfetto per organizzare delle simulazioni esplorative e di rilievo.
Talvolta si tratta di veri e propri estuari sotterranei, i più grandi d’Italia, scoperti grazie a lunghe e complesse esplorazioni speleologiche e speleosubacquee
Sulle superfici verticali delle falesie sono incisi più solchi di battente, individuabili fino alla quota + 15 m, che testimoniano le variazioni del livello di stazionamento del mare durante i periodi interglaciali quaternari.
Ma le fasi carsiche più intense sono verosimilmente inquadrabili in uno o più periodi piovosi interglaciali del Pleistocene (circa 1,8 milioni di anni).
Queste profondità, ci permettono di simulare tecniche di soccorso e recupero subacqueo utilizzando tecnologie non convenzionali e di difficile messa a punto
Le immersioni in queste grotte vanno affrontate con attrezzature e tecniche particolari, al fine di ridurre i rischi che tale attività comporta.
- Testato la conoscenza delle nostre attrezzature, il proprio funzionamento e la miglior dislocazione sul corpo.
- Valutato le diverse programmazioni operative.
- Aggiornato l’uso della sagola guida nelle varie casistiche , testando i vari sistemi di fissaggio considerando la distanza progressiva e la direzione di uscita.
- Sperimentato l’utilizzo di 2 bombole indipendenti, con protezioni per la rubinetteria, erogatori indipendenti e affidabili muniti di manometri ridondanti.
- Collaudato le tecniche di consumo aria pari a tre terzi e cinque quinti, tecniche che limitano la progressione ma garantiscono un buon margine di sicurezza.
- Sperimentato con successo l’uso di nuove fonti luminose a led dell’ultima generazione
- Valutato la miglior allocazione di alcuni strumenti ( braccio-casco)
- Testato con difficoltà sistemi di respirazione a circuito chiuso.
Lo stage si è concluso con successo, i dati raccolti ci permetteranno di evolvere le nostre tecniche e di garantire maggior sicurezza in attiva esplorative.
Valuteremo in funzione dei risultati raggiunti quali modifiche apportare alle nostre procedure ed alle nostre attrezzature, anche in funzione delle difficoltà oggettive che affrontiamo nel realizzare esplorazioni e ricerche in aree remote della terra.