L’ABISSO GUY COLLET
LA GROTTA PIU’ PROFONDA DEL SUD AMERICA
Manaus, Serra do Aracà
Amazonas, Brasile
“Terre Incognite”Sono passati quattro anni, fatti di ricognizioni, contatti con le popolazioni locali, consultazione di mappe e foto satellitari, richieste di permessi ecc, e finalmente si è concretizzata la realizzazione di una grande spedizione (esplorativa e speleologica) sui tepuys brasiliani.
Questa zona, famosa nel mondo per la sua particolare morfologia, è stata teatro di 30 giorni di continua esplorazione e sofferenza.
Nella lingua Macuxi, la parola tepuy significa tavola e sta ad indicare la caratteristica forma di queste montagne, fatte di quarzite.
A cavallo tra i mesi di luglio ed agosto, siamo sbarcati a Manaus (Amazzonia, Brasile) ed abbiamo risalito il Rio Negro (il più importante affluente del Rio delle Amazzoni),sino ad arrivare a Barcelos per unirci agli altri componenti della spedizione, passando attraverso foreste pluviali, labirinti d’isole galleggianti, immersi in un paesaggio mozzafiato dove i due elementi caratteristici (l’acqua e l’aria) s’incontrano fino a formare un tutt’uno.
Il giorno seguente, grazie a tutta l’attività di organizzazione logistica della squadra di appoggio che ci aveva preceduto, siamo ripartiti con destinazione Serra do Araca, e dopo circa 300km di fiume e quattro giorni di navigazione verso nord, siamo arrivati al primo campo base situato ai piedi della Serra. Da qui è iniziato l’attacco all’altopiano dei Tepuys dove siamo arrivati dopo tre giorni di salita con notevoli difficoltà, attraversando luoghi ancora inesplorati, sentieri occlusi da foresta primaria, circondati da alberi d’alto fusto, assordati dal rumore delle innumerevoli specie d’animali che popolano queste latitudini, fra milioni di insetti, con un caldo soffocante ed una percentuale di umidità pazzesca, aprendoci il passaggio solo grazie a forti colpi di machados.
Nel guadare i torrenti che solcano la zona, inoltrandoci nella fitta foresta non potevamo non pensare a “Il mondo perduto”, il romanzo che sir Arthur Conan Doyle scrisse sulla base del fantastico reportage di una spedizione sul leggendario monte Roraima, fatta nel 1884 dai botanici Sir Everhard Im Thurn e Harry Perkins e che noi come moderni “professor Challenger” ci accingevamo in parte a rivivere.
Questi luoghi sono apparsi ai nostri occhi in tutta la loro bellezza primordiale, in tutta la loro purezza atavica, isolati e incontaminati, laboratorio naturale del processo d’evoluzione.
Romanzi a parte, l’interesse esplorativo di quest’importante zona dell’America del Sud, la sua conformazione geologica, la particolarità d’essere ancora isolata e inesplorata e le ricognizioni effettuate, ci hanno spinto a realizzare questa spedizione denominata “Terre incognite”.
La parte logistica della spedizione è stata molto difficile e complessa, in quanto, non essendo possibile il trasporto aereo, si è dovuto procedere via terra e fiumi; e questo ha richiesto una settimana di tempo per il trasferimento da Barcelos all’area prescelta ai piedi della serra, dove è stato allestito il primo campo base; tutto questo con l’ausilio di battelli e barche, oltre all’indispensabile aiuto della nostra guida.
I 30 giorni di spedizione sono stati molto duri, sia dal punto di vista psicologico che fisiologico a causa del territorio “estremo”, La spedizione in se stessa ha rappresentato per il nostro staff un’ottimo test per valutare la nostra organizzazione logistica, nonchè le tecniche di progressione in ambienti ostili.
Il clima estremamente variabile, con grandi escursioni termiche, piogge costanti e l’incognita di piene improvvise ha messo a dura prova tutti noi, ma alla fine le motivazioni e la preparazione tecnica ci hanno permesso di effettuare una serie d’esplorazioni d’assoluto rilievo con un grandissimo risultato: la scoperta e l’esplorazione della grotta più profonda del mondo in quarzite.
Questo grande evento ci ha riempito d’orgoglio e felicità; per celebrarlo degnamente abbiamo voluto ricordare un nostro grande amico: il professor Guy Christian Collet, compagno di molte spedizioni e fondatore della Società Brasilera di Speleologia, recentemente scomparso. Ora l’abisso scoperto porta il suo nome: Abisso Guy Collet.
Sono state scoperte altre quattro grotte, di dimensioni variabili e sviluppi semi verticali, esplorate e topografate, in un contesto unico nel suo genere, infatti, le progressioni in quarzite, o più esattamente quarzoarenite, roccia sedimentaria a base silicea durissima ed antichissima, richiedono tecniche particolari, anche i funzione delle morfologie proprie di questi complessi: estrema durezza in superficie, altissima abrasività ed assoluta friabilità in profondità, con cunicoli di piccoli dimensioni che si alternano a saloni di crollo e profondi abissi.
Il lavoro in superficie ha permesso di predisporre mappe di dettaglio, anche in funzione dell’utilizzo di moderni sistemi satellitari; le esplorazioni sotterranee effettuate confermano un enorme potenziale speleologico.
La zona esplorata presenta caratteristiche proprie dei tepuys brasiliani, e si tratta della Serra do Araca, situata nella parte nord-ovest dello stato brasiliano di Amazonas, al confine con il Venezuela, e le nostre ricerche sono state realizzate all’interno di un’area circoscritta alle coordinate 63°19’41” – 63°21’00” di longitudine Ovest e 0°51’38” – 0°52’12” di latitudine nord.
Quest’area è un esempio tipico e caratteristico di montagne tabulari, con altitudini medie comprese tra i 1050 e i 1300m, molto simile all’area del Monte Roraima e soprattutto del famoso Pico da Neblina.
Tutta questa regione, fa parte dello Scudo della Guiana che, dal punto di vista geologico, rappresenta uno degli strati della terra più antichi, costituita da rocce ignee e ultrametamorfiche con un’età approssimativa di 3.5 miliardi di anni
L’area di studio presenta rocce silico-clastiche (quarzite, ortoquarzite e quarzo-arenarie) con una granulometria dal medio al fine. Queste rocce sono molto eterogenee, molto intemperizzate e presentano molte vene di quarzo che hanno colorazioni dal bianco al giallo ed il grado di erosione delle rocce risulta molto elevato a causa della loro eterogeneità, però non si tratta solo di un processo erosivo (meccanico) ma anche di dissoluzione.
Molti scienziati chiamano questi processi “pseudo-carsici” e altri addirittura stanno tentando di comprovare che si tratta di vere e proprie forme carsiche, ed in quest’ottica si inserisce la scoperta dell’abisso Guy Collet, dove sono presenti numerosi fenomeni che potrebbero avvalorare questa teoria, e che ci riserviamo di approfondire con le prossime spedizioni che avranno luogo gia dal mese di dicembre di quest’anno.
Tutta la Serra do Aracà, come tutta la zona della Gran Sabana, è coperta da una vegetazione di savana steppica, e idrologicamente tutta la zona superficiale dove si trova l’Abisso Guy Collet, e le grotte scoperte dalla spedizione Amazzonia 2006, è percorsa da un fiume che sfocia nella cascata più alta del Brasile (800m di altezza), a nord dell’altipiano dell’Aracà.
I risultati ottenuti in questa spedizione auspicano la continuazione del progetto per approfondire la conoscenza di sviluppi carsici in complessi quarzitici, ed il meccanismo speleogenetico alla base del fenomeno, e sono previste pubblicazioni e diffusioni delle relazioni prodotte in congressi scientifici internazionali.
Lo staff che ha contribuito alla spedizione è composto da:
- Lorenzo Epis
- Soraya Ayub
- Alessandro Angileri
- Paolo Costa
- Giovanni Confente
- Marcelo Augusto Zeni Brand
- Francisco Farias Alves
- Stefano Bettega
- Doni